Julian Assange: eroe per la libertà o spia?

Julian Assange è un giornalista australiano, fondatore di Wikileaks, un’organizzazione che dal 2006, tramite un sito web, permette la diffusione in anonimato di documenti riservati governativi (basta cercare un attimo su Google).

Julian Assange è uno degli ultimi personaggi riconosciuti come paladini della libertà nel mondo contemporaneo. Ha messo a repentaglio la propria vita per svelare segreti, prevalentemente del governo americano, da più di dieci anni e per portare avanti il suo ideale.

Tramite la sua organizzazione, ha rivelato pratiche di tortura (Guantanamo Bay, 2007), attacchi a civili in zone di guerra (Iraq, 2010), intrighi politici all’interno di mail governative (USA, 2016), e tanti altri “leaks”, rivoli di informazioni sfuggite al controllo dei governi, nei quali spesso si celano notizie scomode per il potere costituito.

Una vita a rischio

Julian Assange è da anni ricercato dal governo degli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio e rischia la pena capitale. In Svezia ha ricevuto delle accuse di violenza sessuale per cui la Svezia ha chiesto l’estradizione al Regno Unito quando è stato arrestato nel 2012. Momentaneamente in libertà sotto cauzione si è rifugiato presso l’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, ricevendo asilo politico da quel paese.

Foto del Presidente dell'Ecuador Moreno

Il nuovo governo dell’Ecuador ha ritirato l’asilo politico e Julian è stato arrestato l’11 Aprile 2019. Ora si teme per lui la triangolazione Londra -> Svezia -> USA. Forse è un caso che a fine marzo su Wikileaks siano apparsi documenti compromettenti in cui è coinvolto il presidente ecuadoriano in relazione a presunti spostamenti di denaro verso paradisi fiscali.

L’ex presidente dell’Ecuador Correa ha definito quest’atto come “un crimine contro l’umanità”.

Quanto è conosciuta la lotta di Julian Assange?

L’anno scorso abbiamo raccolto un po’ di informazioni su Assange per un corso sulla sicurezza informatica. Il corso spaziava su diversi argomenti. Abbiamo iniziato dai delinquenti comuni: truffatori, ladri e ricattatori 2.0 che usano internet per arricchirsi. Basta anche una minima competenza digitale per mandare milioni di mail di phishing e racimolare un po’ di soldi, nella speranza di vivere in un paese dove questi reati non vengono perseguiti sufficientemente.

Abbiamo continuato con super delinquenti, gente che ad esempio era stata capace di svuotare centinaia di migliaia di carte di credito, accumulando una fortuna; persone che poi sono state anche beccate e stanno scontando circa 30 anni di carcere (di solito in USA).

Infine ci siamo un po’ estesi su un discorso al limite tra etica, filosofia, morale, legge degli uomini, storia delle leggi. In un mondo dove la tecnologia digitale è sempre più pervasiva, riesce a controllarci fin dentro casa e forse un giorno fin dentro i nostri pensieri, gli strumenti per la lotta al pensiero unico sono stranamente nelle mani di tutti: basta una connessione ad internet. Quindi ho iniziato a parlare di Assange.

La nostra giovane classe di studenti, nati dopo il 2000, non ne sapeva nulla. D’altronde, era recluso da quando frequentavano le medie. Ragazzi la cui unica conoscenza di internet era Facebook, Instagram e Snapchat. Ragazzi in una bolla informativa senza sapere di esserlo. Pedine di un gioco più grande, la cui unica forza era nel pollice che scorre la timeline.

Chissà se di parte, ma pur sempre libertà

Spero di aver acceso in loro una luce: c’è qualcuno che usa internet per combattere là fuori, ci sono persone come Assange che per far sentire la loro voce devono aprire siti nel deep web, devono navigare con una VPN, devono spoofarsi l’IP. Ci sono persone che non si arrendono al controllo, che ragionano fuori dagli schermi, che si chiedono “perché?” e si rispondono che un’altra strada ci deve essere, che un altro mondo è possibile.

Assange non è poi tanto lontano da altre figure più celebri: Spartaco, Robespierre, Nelson Mandela, Martin Luther King, Malcom X, Masaniello, Che Guevara, Gandhi, Davide contro Golia, ecc.

Ovviamente anche Julian perseguiva un ideale personale, e come ogni scontro di potere non esiste il lato dei buoni o dei cattivi. Molti parlano anche di interessi Russi all’interno delle azioni di Assange, ma semplicemente perchè ha di certo danneggiato l’immagine degli Stati Uniti.

Una cosa certa è che desecretare dei documenti è un atto di informazione e se oggi il mondo è un po’ più libero, lo dobbiamo anche ad Assange.

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